Sul finire del '500, Foggia, afflitta da disordine amministrativo
e fiscale, da leggi inique, dalla corruzione della classe dominante,
da grande miseria, contava circa 7000 abitanti ed ospitava 3000
commercianti forestieri. Per la presenza della Regia Dogana
della Mena delle Pecore, istitutita da
Alfonso d'Aragona nel 1447, Foggia era diventata il più grande mercato
laniero del mezzogiorno. Molti mercanti si traferivano a Foggia anche per il
commercio del grano e con gli aristocratici costituivano il ceto dominante
della città.
La pianta di Foggia, conservata alla Biblioteca Angelica a Roma, disegnata
intorno al 1583 e orientata a tramontana, presenta una città circondata
da mura che si aprivano in cinque porte:
• Porta grande, dov'è tuttora via Arpi;
• Porta piccola,
dal lato opposto della città presso la chiesa
di S. Agostino;
• Porta reale, sormontata dall'arme reale, all'ingresso dell'attuale
via Duomo;
• Porta S. Domenico, a livello dell'omonima chiesa;
• Porta di S. Tommaso, in direzione di Lucera (sulla attuale via
Ricciardi).
Sul lato di nord est delle mura erano addossate le Beccarie (il macello pubblico).
Sono annotate sulla pianta numerose chiese tra cui la Chiesa Maggiore,
S. Agostino, S. Domenico, S.Tommaso, Monastero di S.Chiara, Monastero dei Cappuccini con S.
Maria di Costantinopoli, S. Maria della Croce, l'Annunziata, S. Giovanni di
Malta (attuale S. Giovanni Battista). Indicati nella pianta
anche il Palazzo dell' Imperadore Federico, della Regia Dogana in
piazza Pozzorotondo, il Tribunale della Terra (attuale museo civico)
sede del Governatore, il Pozzo Rotondo.
Le strade principali inseritenella carta sono Piazza Maggiore (via
Arpi) Piazza del Duomo, Piazza della Dogana (attuale piazza
Federico II e corso Vittorio Emanuele), Piazza della Porta Piccola (via
Arpi da angolo via Ricciardi a S. Agostino), Piazza della Pescheria.
Sedici i palazzi gentilizi indicati (Palazzo de Maio, Belvedere, Brancia ...),
ma, sicuramente, ve ne dovevano essere altri.