Alle 10 del mattino del 13 ottobre 2001, in via Arpi 152, convengono le massime autorità cittadine: il prefetto, l' arcivescovo, il presidente della Provincia, assessori del Comune supplenti del sindaco, assente giustificato per una riunione dei Comuni d'Italia fuori sede, la preside della Facoltà di Lettere dell' Università;
e poi dirigenti scolastici, operatori della cultura, dell'economia e dell'arte, giornalisti.
Introdotto dalla giornalista Rossella Palmieri, l'avvocato Francesco Andretta, presidente della Fondazione, ha iniziato il suo discorso ricordando la storia del Palazzo di Via Arpi, sede dei Monti di Pietà riuniti per l' occasione delle nozze dell'erede del re Borbone Ferdinando, avvenute a Foggia il 25 giugno del 1797.
Le pie istituzioni poste sotto l'amministrazione del neo marchese Filiasi,
abbisognavano di una sede adeguata, individuata nel fabbricato di proprietà dei padri Celestini in via Arpi dove i Monti Uniti di Pietà si insediarono nell'ottobre del 1797 e dove rimasero fino al 1938, quando il legato Siniscalco Ceci mise a disposizione la sede di corso Garibaldi.
"Dopo 204 anni esatti... lo stesso fabbricato torna ad ospitare l'emozione di una inaugurazione... e, in prosecuzione della vicenda aperta ufficialmente il 26 aprile 1588 con regio assenso al Sacro Monte della Pietà voluto da Rosa Del Vento, diventa la sede della Fondazione Banca del Monte Domenico Siniscalco Ceci, la quale in tal modo completa il processo di differenziazione dalla Banca del Monte di Foggia, società per azioni".
Il presidente ha poi ricordato il ruolo della Fondazione, a cavallo tra pubblico e privato in osmosi col territorio, che intende realizzare l'obiettivo di una progettata e organizzata attività di promozione culturale e sociale che darà un senso più ampio alla attività filantropica d'origine. Due sale attrezzate, offerte a una città con pochi spazi culturali, nel cuore del centro storico cittadino "protagonista tra le protagoniste", nella culla della foggianità "filo conduttore di questa conversazione".
Una palazzina dovuta all'impegno di tanti, al senso di appartenenza, al "piacere di collaborare".
"Oggi non è che il primo giorno del seguito di una storia millenaria".
La preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, Franca Pinto Minerva, ha avuto parole d'amore per questo cuore di Foggia vecchia, che è l'animadi una città che bisogna conoscere, scoprire.
In via Arpi la Facoltà di Lettere dell' Università, sistemata qui all'inizio per un'emergenza, ha trovato la sua migliore collocazione, con ampliamenti progettati già nel 2001.
La Fondazione, "struttura che ci inorgoglisce", dice la preside, si trova dunque in una strada piena di citazioni storiche, "dalla quale, con il contributo della Facoltà di Lettere, mi auguro possa ripartire un discorso sulla città, che riguarda tutti".
La ristrutturazione della palazzina dimostra, ha continuato la Pinto Minerva, che strutture apparentemente abbandonate possono diventare gioielli, luoghi d'incontro e confronto, che ci possono aiutare a riscoprire l'identità della città.
Il ruolo delle istituzioni culturali è fondamentale, ha ricordato la preside, per la rinascita della città.
"Ogni città è fatta di un insieme di 'cose', ha una sua riconoscibilità: pietre, colori, odori, tracce, molte ancora non scoperte.
E poi è fatta da cittadini: adulti, bambini, anziani, che devono imparare ad amare la città, e la si ama se la si conosce se la si osserva, se la si vede, se la si scopre, se si prova interesse per essa.
Così la città diventa di tutti, la 'polis' che tutti sentono il dovere di proteggere, di curare".
Bisogna educare a pensare, a guardare le cose e scoprirne il profilo culturale. Foggia è una città che deve essere ancora guardata, apparentemente anonima, afferma la preside barese.
Proprio guardando con attenzione quella che ora, ci ha detto, è la sua città, ha scoperto che è una miniera quasi ancora sommersa.
"Lo sviluppo della città è legata alla memoria, da cui deve partire la riprogettazione della città".
Un progetto di città integrato, ha sottolineato la Pinto Minerva, un impegno di tutti, un raccordo di più iniziative, un patto di solidarietà sociale, in cui Fondazione e Facoltà hanno un ruolo importante, con il sostegno delle istituzioni tutte.
Uno sviluppo culturale che significa anche crescita economica.
L' interessante mostra sul credito nella Foggia antica guidato dalla curatrice dott. Nardella dell'Archivio di Stato nel pomeriggio e l' affollatissimo concerto serale di musica da camera tenuto da validissimi musicisti foggiani hanno completato una giornata speciale.