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Inserita il: 18/01/2010

Presentata lŽautobiografia di Santo Tine´

Il noto archeologo ha dovuto rinunciare ad intervenire per motivi di salute
Un grande archeologo ma anche una grande persona, Santo TineŽ, lo studioso di origine siciliana autore di tante scoperte in terra dauna, di cui sabato scorso eŽ stata presentata alla Fondazione Banca del Monte "Domenico Siniscalco Ceci" lŽautobiografia, edita grazie proprio allŽiniziativa dellŽistituzione foggiana.

Per motivi di salute, TineŽ non eŽ intervenuto, ma ha fatto pervenire un accorato messaggio di saluto per lŽoccasione: "Desidero prima di tutto scusarmi con tutti gli intervenuti per non aver potuto prendere parte allŽincontro di oggi, come sarebbe stato mio desiderio... anche per aggiornarvi sugli ultimi sviluppi della mia autobiografia! Come qualcuno di voi giaŽ sa, i nuovi assetti familiari mi hanno costretto ad un ennesimo trasferimento di residenza e dopo 40 anni a Genova mi trovo ora cittadino di Padova, dove ho seguito mio figlio Vincenzo nel suo nuovo incarico di Soprintendente Archeologo del Veneto. Credo che questa, abbastanza inaspettata combinazione, sia una specie di miracolo di mia moglie Fernanda, che qui a Padova aveva compiuto i suoi studi universitari. Proprio quelli che lŽavrebbero portata a lavorare in Puglia, come le altre sue celebri compagne: Bianca Maria ScarfiŽ e Anna Maria Chieco Bianchi Martini, che mi piace ricordare qui con lei e della cui compagnia posso ancora godere tra Padova e Venezia. LŽavventura pugliese di Fernanda sarebbe continuata poi insieme a Foggia, in quelli che abbiamo sempre considerato come i nostri anni piuŽ belli e memorabili... Sono profondamente grato, poi, agli amici della Fondazione Banca del Monte che hanno incoraggiato in tutti i modi e reso possibile la pubblicazione di queste mie memorie, che mi auguro possano rappresentare un piccolo tributo alla memoria di unŽarcheologia forse un poŽ "romantica" e non altrettanto "scientifica" di quella attuale, ma forse proprio per questo cosiŽ piacevole da ricordare e da raccontare. Grazie a tutti e a presto rivederci, spero, per nuove avventure pugliesi".

A presentare il libro, intitolato “E ora scaviamo nella mia vita...”, il Presidente della Fondazione Banca del Monte, Avv. Francesco Andretta, il Consigliere di Amministrazione dellŽIstituzione, Prof. Saverio Russo, e Salvatore Giannella, giornalista di origine trinitapolese, "firma" di prestigiosi periodici nazionali.
NellŽindirizzo iniziale, il Presidente Andretta ha ricordato lŽimportanza professionale rivestita da TineŽ in relazione alla Capitanata: le scoperte dello studioso riguardanti la CiviltaŽ daunia nel Tavoliere sono paragonabili a quelle sul periodo antico-romano di unŽaltra grande archeologa, foggiana, Marina Mazzei.

Il Presidente Andretta ha ricordato come la Fondazione, due anni fa, volle giaŽ fare un concreto omaggio al lavoro di TineŽ e della moglie Fernanda Bertocchi, altra valente archeologa, finaziando la pubblicazione degli esiti degli scavi condotti dai due studiosi nellŽarea di Salapia, nel volume "Salpia Vetus. Archeologia di una cittaŽ lagunare", per anni rimasti inediti per varie difficoltaŽ: anche questo, un risultato che -accanto allŽenorme valore scientifico della pubblicazione- eŽ stato utile ad onorare la memoria e lŽopera di Marina Mazzei, autrice di uno dei saggi contenuti nel testo, oltre che quella delle colleghe scomparse Fernanda Bertocchi e Anna Grazia Blundo.
"In occasione della presentazione di quel testo", ha ricordato il Presidente Andretta, "ho conosciuto il prof. TineŽ, persona di grande simpatia e fascino intellettuale, i cui racconti sugli anni di permanenza a Foggia, molto interessanti, mi hanno spinto a progettare la pubblicazione della sua autobiografia".

Il prof. Russo ha accennato a sua volta ad alcuni dei "successi" professionali di Santo TineŽ sul terrotiro foggiano, come lo scavo di tanti villaggi neolitici del Tavoliere, primo tra i quali Passo di Corvo, o la risistemazione del Museo civico di Foggia dopo gli anni di chiusura determinati dai danni dei bombardamenti della II Guerra Mondiale e, appunti, le ricerche a Salapia.
Il Prof. Russo ha anche presentato Salvatore Giannella, ricordando le sue direzioni al settimanale "lŽEuropeo" e ai mensili "Genius" e "Airone", ma anche le prestigiose collaborazioni, tuttora in atto, con "Oggi" e "lŽEuropeo". Da alcuni anni, Giannella si eŽ dedicato alla scrittura di libri: recente, del 2008, eŽ il suo "Voglia di cambiare. Seguiamo lŽesempio degli altri Paesi europei” (editore Chiarelettere): nel quale ha raccontato come in altri Paesi europei abbiano risolto con pratica semplicitaŽ problemi che da decenni attanagliano la societaŽ italiana.

Giannella, amico di vecchia data di TineŽ, ha raccontato la passione con la quale lŽarcheologo da decenni cerca di promuovere la grande ricchezza culturale del territorio di Capitanata.
"La prima volta che lo intervistai, quarantŽanni fa", ha raccontato Giannella, "usoŽ unŽefficace metafora, parlando della nostra provincia:Žla Daunia ha un suo petrolio nel sottosuoloŽ. Parlava del patrimonio archeologico".

Giannella ha proseguito sottolineando come TineŽ abbia cercato per anni di far comprendere ai politici locali lŽimportanza della valorizzazione dei beni culturali per lo sviluppo del tessuto economico locale. In questa missione, peroŽ, si eŽ scontrato con la lentezza della classe dirigente nel comprendere le necessitaŽ e le opportunitaŽ offerte dallŽarea di competenza.

Significativo, sotto questŽaspetto, unŽepisodio raccontato da TineŽ nella sua autobiografia: una volta, sollecitando gli amministratori comunali a finanziare uno scavo importante, si sentiŽ rispondere che avrebbe avuto il denaro quando lo avesse permesso lŽincasso delle multe elevate per le infrazioni stradali.

Giannella ha anche messo in luce il linguaggio semplice e lo stile coinvolgente della scrittura di TineŽ: "EŽ come la trama di un film", ha detto, leggendo diversi passaggi avvincenti sia per la capacitaŽ descrittiva che per le tante informazioni interessanti che lŽarcheologo fornisce su Foggia e la provincia negli anni dŽoro degli scavi archeologici.

"Quello che TineŽ ha sempre sottolineato" ha detto ancora Giannella, "eŽ la mancanza di coesione e unitaŽ di intenti in questo territorio. EŽ quello che io chiamo Žvitamina CŽ, ovvero Žvitamina connessioneŽ. Qui si procede troppo in maniera isolata. QUando ero piccolo ed una volta chiesi a mio nonno, mugnaio, percheŽ gli agricoltori non si riunissero in consorzio per affrontare meglio il mercato, mi rispose in dialetto ŽNeŽ SalvatoŽ, nuŽje siŽme cumŽe fasuŽle, ce pieŽce a fatijeŽ da suŽleŽ, cioeŽ ŽSalvatore, noi siamo come i fagioli, ci piace lavorare soliŽ. Una frase semplice ma significativa per capire la mentalitaŽ di molti abitanti della Capitanata".

LŽesortazione finale di Giannella eŽ stata tutta dedicata a TineŽ: "Pubblicare la sua autobiografia eŽ stato un atto di omaggio importante, ma dobbiamo essere capaci di realizzare il suo sogno: quello di vedere finalmente i beni archeologici e culturali del territorio adeguatamente protetti e valorizzati. E, magari, lasciatemi essere un poŽ campanilista, potremmo cominciare accellerando lŽinaugurazione del museo di Trinitapoli, che stiamo aspettando da troppi anni e che dovrebbe essere pronto in qualche settimana".

LŽultimo intervento eŽ stato riservato al Rettore dellŽUniversitaŽ di Foggia, prof. Giuliano Volpe, che -dopo aver elogiato il grande contributo dato da TineŽ agli studi archeologici nel Tavoliere- ha sottolineato le difficoltaŽ ancora oggi esistenti nellŽottenere lŽappoggio delle istituzioni pubbliche nellŽorganizzazione e finanziamento dei nuovi scavi. "Si continua a parlare ritualmente dellŽimportanza dei beni culturali", ha detto Volpe, "ma a parte qualche felice iniziativa, come il recente impegno della Regione per la nascita della Carta dei Beni Culturali, i politici restano ben lontani dallŽassegnare alle politiche culturali un ruolo strategico nel futuro sviluppo economico del territorio. TineŽ inseriŽ in Capitanata, con la sua opera, grandi elementi di modernitaŽ: ad esempio, quando scavoŽ ad Ascoli con fondi di privati. Tante sono state le scelte e le scoperte che ne hanno fatto un uomo e un archeologo importante. Non dobbiamo deluderlo con le scelte e le azioni che compiremo noi in futuro".

Il Presidente Andretta e il Prof. Russo hanno concluso la serata annunciando un futuro, imminente appuntamento che vedraŽ nuovamente protagonista Santo TineŽ, questa volta auspicabilmente con la sua presenza.
 
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