Inserita il: 03/06/2014
Il "Premio Menichella" a Paolo Mieli
A Foggia durante le “Giornate Economiche del Mezzogiorno”
Sarà il giornalista, scrittore e storico Paolo Mieli il protagonista principale delle “Giornate Economiche del Mezzogiorno” promosse ed organizzate dalla Fondazione Banca del Monte di Foggia con il patrocinio della Banca d’Italia, in programma nel capoluogo venerdì 6 e sabato 7 giugno 2014.
Venerdì 6 giugno, alle ore 19 nell’Auditorium Santa Chiara, di Foggia, Paolo Mieli presenterà il suo ultimo saggio I conti con la storia (Rizzoli 2013). L’incontro con l’autore, realizzato in collaborazione con la Fondazione Apulia Felix, sarà introdotto dal professor Saverio Russo, presidente della Fondazione Banca del Monte.
Sabato 7, alle ore 10.30 nella sala “Rosa del Vento” della Fondazione Banca del Monte, Mieli riceverà il Premio Donato Menichella nel corso di una cerimonia a cui prenderanno parte il vice capo redattore del Corriere del Mezzogiorno nonché responsabile di Mezzogiorno Economia, Michelangelo Borrillo, il prof. Gianfranco Viesti, ordinario di Economia Applicata presso l’Università di Bari -che terrà una relazione sul tema “Nord e Sud nell´Europa di oggi”- ed il responsabile della Filiale Regionale della Banca d’Italia, Giorgio Salvo.
Paolo Mieli (Milano, 1949)
Giornalista e storico, negli anni Settanta allievo di Renzo De Felice e Rosario Romeo, è stato giornalista all"´Espresso", poi a "Repubblica" e alla "Stampa", di cui è stato anche direttore. Dal 1992 al 1997 ha diretto il "Corriere della Sera"; attualmente è vicepresidente di RCS Mediagroup. Le sue ultime opere pubblicate da Rizzoli sono Storia e politica (2001) e La goccia cinese (2002).
I Conti con la storia
«Lo storico ha il compito di trasmettere la memoria, il dovere di ricordare. Quando, invece, è necessario dimenticare? Quando l´oblio diventa una virtù essenziale a ricomporre una comunità? Nell´Atene del V secolo, dopo il regime dei Trenta Tiranni, venne imposto il Patto dell´oblio, che vietava di "rivangare il passato" anche a quei cittadini che avrebbero avuto tutti i titoli per vendicarsi, "anteponendo alle rivalse private la salvezza della città". Da allora sono state innumerevoli le volte in cui la storia ci ha imposto di dimenticare, di concederci una sospensione della memoria per rimettere le cose in ordine, sia pure in un ordine provvisorio. Oggi, dopo la fine del Novecento - il secolo delle febbri ideologiche e delle grandi passioni politiche -, fare i conti con la nostra memoria condivisa è diventato più che mai necessario. Perché la scomparsa di fascismo e comunismo non ha significato la fine dell´uso politico del passato: "Nuove dottrine e nuovi radicalismi sono entrati in campo e si sono mescolati con quel che rimaneva delle vecchie fedi; tutte insieme poi hanno viziato l´aria, rendendo impossibile agli analisti e ai raccontatori del passato di prendere il fiato necessario per un´impresa che potesse dirsi di grande respiro". Queste pagine attraversano oltre due millenni di storia, di storie e di uomini, ma anche di interpretazioni, errori di valutazione e menzogne. Dalla Firenze di Savonarola alla Roma fascista, dall´inquisizione allo schiavismo, da Giuda a Napoleone, l´autore intraprende un viaggio coraggioso e appassionato nella memoria intermittente, con la convinzione che, se saremo capaci di fare i conti con la storia senza preconcetti o pregiudizi, ci imbatteremo in non poche sorprese e forse saremo in grado di "ritrovare una base comune da cui avventurarci nella ricerca sul passato"».