Inserita il: 07/06/2014
Paolo Mieli ritira il Premio Menichella
Al presidente di Rcs Libri lŽonorificenza istituita dalla Fondazione Banca del Monte di Foggia e Banca dŽItalia
Questa mattina, alle ore 10 e 30 nella sala Rosa del Vento della Fondazione Banca del Monte, il presidente di Rcs Libri, il giornalista e storico Paolo Mieli, ha ritirato il Premio Donato Menichella 2014, onorificenza istituita a Foggia per la prima volta dalla Fondazione Banca del Monte in occasione delle ´Giornate Economiche del Mezzogiorno´ tenutesi nei giorni 6 e 7 giugno, realizzate in collaborazione con la Banca d´Italia, che rappresenta un riconoscimento a quei professionisti e a quelle istituzioni che con la propria opera hanno contribuito allo sviluppo culturale, sociale ed economico del meridione italiano.
Come ha spiegato il presidente della Fondazione Banca del Monte Saverio Russo nel motivare le ragioni del conferimento, la prima edizione del premio è stata assegnata a Paolo Mieli "perché è riuscito a dare voce al sud, sostenendo la creazione del dorso meridionale del corriere della sera che dal 1997, con Mieli alla direzione, ha arricchito il panorama dell´informazione locale ed ha contribuito, attraverso profonde riflessioni, ad un´analisi puntuale sullo stato dell´economia e della società meridionale".
Onorato del riconoscimento, nel ritirare il premio Paolo Mieli ha voluto ricordare la figura di Donato Menichella, "un personaggio unico, un giovane e talentuoso professionista meridionale che all´apice del successo, dopo aver accompagnato la difficile traghettata dell´Iri dal Fascismo alla Repubblica, dopo aver guidato la Banca d´Italia per quasi venti anni, nonostante una serie innumerevole di riconoscimenti nazionali ed internazionali, preferì andare in pensione. Noi italiani dovremmo cercare di recuperare lo spirito di questi grandi uomini, gente che amava il lavoro, non cercava scuse e pagava i propri debiti. In un momento storico come questo, quando alcuni suggeriscono a più riprese l´idea che il nostro paese non dovrebbe onorare i propri impegni economici, non si può fare a meno di pensare che certi luoghi comuni sull´Italia e gli italiani siano fondati. Per fortuna" -ha concluso il presidente Mieli- "la storia ed il lavoro di un foggiano illustre stanno lì a dimostrare esattamente il contrario".
"In effetti la fama raggiunta da Donato Menichella ancora oggi non trova epigoni" -ha ricordato Giorgio Salvo, responsabile della Filiale Regionale della Banca d´Italia, intervenuto durante la cerimonia, condotta dal vice capo redattore del Corriere del Mezzogiorno Michelangelo Borrillo. "Si guadagnò le prime pagine dei giornali economici e finanziari di tutto il mondo raggiungendo la parità della lira, secondo le disposizioni dell´epoca del Fondo Monetario Internazionale, risultato che gli valse l´Oscar del Financial Times per la migliore valuta, la lira appunto, e Oscar come migliore governatore centrale. Tuttavia è bene ricordare" -ha concluso Salvo- "che il ruolo del Menichella fu determinante nell´economia quanto nella politica: il pensiero di un nuovo meridionalismo, fondato sull´intervento straordinario nel mezzogiorno, rappresenta ancora oggi una delle più importanti iniziative di sviluppo ed integrazione mai concepite".
E´ toccato poi a Gianfranco Viesti chiudere la due giorni foggiana dedicata all´analisi economica del mezzogiorno italiano. L´ordinario di Economia applicata all´Università di Bari infatti è intervenuto a proposito dei rapporti tra Nord e Sud nell´Europa di oggi, rilevando come nel vecchio e unito continente si stia riproponendo una questione meridionale "all´italiana", ma tra le nazioni del nord e del sud Europa. Gli egoismi regionali euroscettici, caratteristici di questa fase, si scontrano con il bisogno di integrazione e sostegno delle aree più depresse, di qui la necessità di tenere insieme le politiche di austerità senza interrompere i flussi dei fondi strutturali europei. Secondo Viesti la nuova questione meridionale nasce dalla mancata distribuzione del benessere tra tutti i cittadini europei. Il non completamento di questo processo di integrazione avrà degli effetti oggi non prevedibili. L´unione tra popoli, ha concluso il professore, ha sempre come base di partenza la pace e la prosperità. A volte, tuttavia, si è tentati di credere che si possa ottenere la seconda senza lavorare per la prima.