Nel 1898 una Legge sui Monti di Pietà dispose che essi fossero soggetti,
come Istituti di Credito, alla legge sull' ordinamento delle Casse di Risparmio
(1888) e come Istituti di Beneficenza a una legge sulle istituzioni pubbliche
di beneficenza (1890).
Questo significava: vendere gli immobili, fare approvare
gli statuti con reale decreto, ricevere depositi fruttiferi; quindi avere nuove
fonti di entrate anche perché i lasciti e donazioni diminuivano.
Nel 1900 con la Proposta di un Nuovo Statuto Organico la Comissione Amministrativa
previde l'istituzione di una "Cassa di risparmio".
Nel 1905 i Monti di Pietà subirono un furto di 704 pegnipreziosi per
un valore di più di 16.000 lire.
Un'inchiesta rilevò malversazioni, ammanchi che, uniti alla rapina,
procurarono una perdita di più di 47.000 lire.
Il processo, con le spese di giudizio, fece lievitare la perdita fino a più di
79.000 lire (quando l'utile di un anno andava dalle 1000 alle 3000 lire).
La ripresa fu possibile anche, nel 1907, al lascito, da parte di un sacerdote,
don Orazio Rotundi, di un patrimonio di più di 35.000 lire. Nel 1910
iniziò nel Monte di Pietà di Foggia la Sezione di Credito con
depositi e cessioni di stipendi.
Nel 1918 con l'appoggio della locale filiale del Banco di Napoli prese il
via il servizio di sconto effetti cambiari.
Nel 1920 il consuntivo registrò profitti per interessi e sconti attivi
in misura dieci volte superiore a quelli degli interessi e diritti sui pegni.
Nel 1937 la nobildonna Anna Maria Ceci, vedova Baldassarre Siniscalco, legò ai
RR. Monti Uniti di Pietà di Foggia l'interopalazzo di via Garibaldi,
con mobili, con la inamovibile condizione che i Monti Uniti di Pietà fossero
intestati al nome del compianto figlio, prematuramente scomparso, Domenico
Siniscalco Ceci.
Nel 1938 i Monti Uniti di Pegni diventarono Monti Uniti di credito su Pegno "Domenico
Siniscalco Ceci di Foggia".
Già dal '39 iniziò presso la sede una progressiva diminuzione
del credito pegnoratizio.
Nel 1943, dopo i bombardamenti, l'Istituto trasferì la sede in provincia
e in settembre i locali furono saccheggiati dai tedeschi.
Il Monte, il primo fra tutte le banche della città, riaprì appena
possibile in locali di fortuna (quelli in via Garibaldi erano requisiti dagli
Alleati).
Nel 1948, delle 17.000 famiglie foggiane, 4.740 erano servite dal Monte di
Pietà.